Note | Eyal Lerner, giovane e talentuoso musicista israeliano, flautista, direttore di coro e cantante, in pochissimi anni è riuscito a conquistare molti entusiasti spettatori con i suoi originali concerti. “L’Anno prossimo a Gerusalemme”, scritto a quattro mani con Elia Richetti, capo rabbino di Venezia, regala un appassionato racconto della storia del popolo ebraico, soffermandosi su diversi aspetti culturali e musicali attraverso secoli di diaspore e migrazioni che hanno influenzato profondamente l’espressione musicale ebraica e israeliana: le celebri canzoni in lingua Yiddish e la trascinante musica Klezmer di netto sapore balcanico, con cadenze russe e zingaresche. Oppure le dolci melodie sefardite, nate nell’esilio spagnolo e che echeggiano un deciso sapore arabo. Un cammino multi-espressivo diretto dallo stesso Lerner, che oltre a essere un virtuoso del flauto dolce, è anche un cantante solista e ironico narratore.
Lo accompagnano il Trio Rhapsodija (Maurizio Dehò al violino, Luigi Maione alle chitarre, Pietro Marazza alla fisarmonica), uno dei più noti gruppi italiani di musica etnica, capace di spaziare con incredibile disinvoltura dalla atmosfere della tradizione ebraica a quelle di commistione multietnica con generi come il jazz, il flamenco, il tango e la musicalità zigana.
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